Dopo il delitto
A Pace Ferrer
Egli ti diè la vita ed il gentile
nome e la santa libertà. Fu culla
de la tua fede quella sua virile
scienza del vero, povera fanciulla...
— Tu quel ver non credevi, ed invocasti
— per lui pietè da un papa e da un Borbone...
— Invano il loro iddio tetro adorasti ;
— han risposto col piombo... O vïsione
( che per fierezza ti delerya il pianto )
d’alate forme sul suo bel morire ;
oh zampillati dal suo core infranto
sangue ed oppelli invitti a l’avvenire !
— Già il ver triomfa ne la bocca muta,
— e da quel sangue, più vermiglio ancora
— de la vendetta, il mondo già saluta
— su l’ombre in fuga un grandeggiar d’aurora
Ei rivivrrà ... Morranno i vïolenti
che l’hanno ucciso e i loro iddii bugiardi ;
ei rivive nei cuori e ne le menti
di giusti, e nel rimorso de’ codardi.
— L’indomani di pace, ch’ egli avèa
— invocato nel tuo nome augurale,
— lo ho visto di lassù, mentre cadea
— in un raggio di sole e d’Ideale...
Braccia redente e volontà sovrane
da la gloria dei secoli non nati
e in libertà sorelle anime umane
fulsero ai suoi veggenti occhi bendati,
— Quand’ ei mite parlò, senza paura
— ai fucilieri inconsci ed a la storia,
— l’"ave" ascoltando de l’età futura
— da un balenio di morte e di vittorria.
Ottobre 1909
PIETRO GORI
Pisa, Tip. " Germinale " 1909