FRANCISCO FERRER Y GUARDIA
fucilato nella fortezza di Montjuich a Barcellona
la mattina del 13 Ottobre 1909
SPEZIA - TIPOGRAFIA SOCIALE
au verso :
NEL CASTELLO MALEDETTO
(per la vita di FRANCISCO FERRER)
Prigione, tribunale e mattatoio,
Montjuich, antro d’agguati e d’atre lotte,
erto su la città, come avvoltoio
pronto a rapina, guata ne la notte...
Dormono gl’innocenti : ma grifagna
di preti e gallonati una nequizia
ordisce, in nome del Borbon di Spagna,
la truffa secolar de la giustizia.
Anco una volta incrudelisce il nero
lievito d’odi contro la ragione
umana... E la tragedia del pensiero
attanagliato de l’inquisizione.
Il gioco insano che le vite ruba,
dei nuovi veri non udi lo squillo : -
Come a Xeres s’ammazza, e come a Cuba
e ancora - " Germinal !... " - grida Angiolillo.
- " Re cattolico, ormai sul tuo reame,
(Carlo quinto è ben morto) il sol tramonta :
e non s’impiomba col plebeo carname
la verità, nè l’avvenir s’affronta
con le ritorte d’un ïer nefando...
Dal cenere dei roghi la immortale
idea brillo, più che lo scettro e il brando
di quei che sono scheltri a l’Escuriale.
Fu la imposta del sangue, che sommosse
Barcellona a negar esca a la guerra...
Oggi laggiù si muore, e in queste fosse
piombo iberico insanguina la terra...
Bada, o re, che il carnefice è il più tristo
sobillatore, e il martire è il più forte...
Il vinto su la croce non fu Cristo
e chi muor per l’idea vince la morte.
10 Ottobre ’909 PIETRO GORI
DOPO IL DELITTO
a PACE FERRER
Egli ti diè la vita ed il gentile
nome e la santa libertà... Fu culla
de la tua fede quella sua virile
scienza del vero, povera fanciulla.
Oggi il suo ver trïonfa... Tu invocavi
la clemenza d’un papa e d’un Borbone
e il loro iddio collerico adoravi...
Pur lo vollero morto... Oh visione
(che di fierezza ti ritempri il pianto !...)
d’alate forme sul suo bel morire,
o eroici appelli da quel core infranto,
col sangue zampillanti a l’avvenire !..
L’augusto ver da ma sua bocca muta,
levossi eterno, e più vermiglio ancora
de le ferite il mondo già saluta
un grandeggiare vindice d’aurora.
Ei rivivrà... Morranno i vïolenti
che l’hanno ucciso e i loro iddii bugiardi.
Ei rivivrà nei cuori e nelle menti
de’ buoni e nel rimorso dei codardi.
Il domani di pace, ch’ egli avea
invocato nel tuo nome augurale,
lo ha visto di lassù, mentre cadea
in un gaggio di sole e d’ideale.
Braccia redente e volontà sovrane
da una luce di secoli non nati
e libere sorelle anime umane
rifulsero ai veggenti occhi bendati,
quand’ ei mite parlo, senza paura,
agli inconsci uccisori ed a la storia,
e udi la diane de l’età futura
tra un balenio di morte e di vittoria.
15 Ottobre ’ 909 PIETRO GORI