ANGELO GALLI
CANTO DEGL’INQUILINI, DEDICATO AGLI SFRUTTATI
(Da cantarsi sulla musica dell’inno a Garibaldi).
Si schiudom le porte, si levano armati
del nuovo diritto gli stanchi sfruttati,
l’amor, la vittoria - d’Italia e l’onor.
Le case d’Italia son fatte per noi -
gridavan, pugnando, morendo, gli eroi
che misero in fuga gl’ingordi stranieri.
Tu allora dov’eri, - panciuto signor ?
Va’ fuorti di casa, va’ fuori, padrone ;
a te la pigione - nessun pagheà.
Moriron quei forti, restaron le case,
fuggi lo straniero, ma il ladro rimase,
e, tristo padrone, scordando gli eroi.
pretese da noi - piu cara pigion.
Non pagan le belbe, non pagan gli augelli,
non pagano i pesci, e noi, noi ribelli,
pagarti dobbiamo la decima odiata,
la taglia infamata, - crudele padron ?
Va’ fuori di casa, ecc
Ai nostri fanciulli negasti ricetto :
per te senza pane, per te senza tetto
sarebbero e ignudi, per te, nella via,
a dirne qual sia - dei ricchi l’altar.
Da secoli forse ti ... già pagato
il fosco tugurto da te .. ppigionato,
l’angusta officina, la casa modesta ;
ma il popol si desta - nè vuol piu pagar.
Va’ fuori di casa, ecc
E vero : gli artieri che avean fabbricate
le case, che sfrutti, tu pur l’hai pagate ;
ma solo una volta, fornito il lavora
he (rutta tesoro - crescente ognor più.
Ma forti noi siamo del nostro diritto,
beffardo padrone : "pagati è delitto ;
va’, somma per ben le avute pigioni
vedrai che i padroni - siam noi, non sei tu.
Va’ fuori di casa, ecc.
Va’, computa pure la manutensione,
gli affitti perduti, le imposte, o padrone ;
a conti ben fatti, vedrai pigionali
che, come a nimali, - lavoran per te
Il suolo usurpato su cui fabbricasti,
il dritto di gente sfruttata scordasti,
nel fare i tuoi conti, pensando ch’eterno
durasse il governo - del papa, del re.
Va’ fuori di casa, ecc.
La terra è di tutti : quel suolo usurpato.
sia pure dagli avi venduto, comprato,
ritorni per dritto, per mille ragioni,
ai primi padroni - e a noi tornera.
Siam noi la tua forza, siam noi gl’inquilini
ch’empiemmo il tuo scrig o di tanti quattrini ;
siam noi che facciamo la guardia alla banca
e il pane ci manca ; - chi mai non lo sa ?
Va’ fuori di casa, ecc.
MILANO, 29 GIUGNO 1906.
GRIDO DELLA FOLLA, dal N. 26. Anno IV.
(Casella postale 1123).
Responsabile : LUIGI BRANBILLA